Qualcosa di strano, ma comprensibile sta succedendo:
dopo decenni di banalizzazione del pensiero e del gusto,
si avverte nuovamente il bisogno
di dar voce all’immediatezza e alla libera creatività.
L’arte dopo tanto virtuale torna piano piano ad essere reale,
è una sensazione piacevole che non deve trasformarsi in conoscenza,
ma più semplicemente richiede di vedere ogni realizzazione o manufatto
in relazione con il contesto che la accoglie.
Questo non vuol dire rinunciare a pensare,
ma farlo in sintonia con l’ambiente,
sentendo ogni oggetto legato con ciò che lo circonda.
Non è facile, siamo infatti portati ad avere con la vita un rapporto quasi meccanico,
manca spesso alla nostra esperienza la sintonia con le cose,
sintonia che ogni essere intelligente ricerca quando,
attratto da un aspetto del mondo, sente di doversi ad esso conformare
come a una parte di sé che ancora non conosce.
L’arte per molto tempo ha rinunciato a favorire nel pubblico questa educazione,
preferendo la tecnica dello shock o quella di un ostentato elitismo,
ma qualcosa forse sta cambiando:
lo si vede, lo si sente, lo ricerchiamo giorno per giorno noi di
URBANART
Più che a scoprire l’ignoto,
cerchiamo di abituarci a guardare quello che abbiamo sotto gli occhi
e a trasferirlo negli oggetti che realizziamo, applicando ad essi
la libertà e la freschezza espressiva dei giovani
e l'esperienza un po' folle di qualcuno più maturo.
Questo vuole essere
URBANART
innovando ogni giorno